benedettosedicesimo

4.27.2005

Per una fede “adulta”

di Marcello Semeraro
vescovo di Albano
curatore della voce “Ratzinger” per il “Dizionario dei teologi” (Piemme 1998)


Il profilo teologico di Joseph Ratzinger può essere descritto distinguendo due momenti, distinti certamente e, tuttavia, in coerente continuità: quello della sua ricerca teologica e della sua docenza in facoltà teologiche, anzitutto, a cominciare da Frisinga e l'altra fase della sua vita avviata con la nomina, fatta da Paolo VI, ad arcivescovo di Monaco e al Collegio cardinalizio. Con questa nomina, egli passerà dalla cattedra "magistrale" a quella "pastorale".
La responsabilità di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede prolungherà questo secondo momento sino ad oggi, mentre sta per avere inizio per la sua "esistenza teologica" la nuova fase di un magistero quale successore di Pietro. Considerando globalmente la produzione teologica di Joseph Ratzinger, ritengo che alcune tematiche debbano ritenersi come privilegiate.
La prima tematica è certamente quella ecclesiologica. Tra le principali opere sull'argomento, difatti, c'è "Popolo e Casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Sant'Agostino", pubblicata nel 1954.
Altri suoi saggi ecclesiologici sono, poi, stati raccolti sotto questa medesima nozione ecclesiologica, un argomento su cui Ratzinger è poi tornato più volte, anche in atteggiamento critico riguardo ad alcune tendenze teologiche; riconoscendone, cioè, le possibilità, ma pure i rischi che potrebbero derivarle in determinati contesti culturali. Un tema ecclesiologico privilegiato, sul quale egli si è molto impegnato come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, è quello della comunione. Altri ambiti ai quali Joseph Ratzinger ha rivolto la sua attenzione sono la teologia in quanto "scienza della fede", la storia del dogma e la teologia della storia. In proposito si potrebbe richiamare un'altra grande sua opera, del 1959: "La teologia della storia in San Bonaventura".
Nei nomi di Sant'Agostino e di San Bonaventura possono pure essere individuate alcune direttrici non solo d'impostazione teologica, ma anche di configurazione spirituale. Ratzinger ha, poi, pubblicato altri volumi e saggi su temi particolari dell'ecclesiologia, come la teologia dell'episcopato e del primato, o della teologia fondamentale.
Negli ultimi anni, infine, sono stati raccolti e pubblicati molti saggi teologici su vari argomenti, fra cui la teologia liturgica, l'analisi della modernità… Quanto alla produzione teologica non tralascerei di ricordare un saggio, breve, ma denso, di mariologia intitolato "La Figlia di Sion", del 1977, e un'esposizione sistematica di escatologia, anch'essa del 1977.
Fra tutte, però, vorrei espressamente citare un'opera di Joseph Ratzinger che ha avuto ampia diffusione anche in traduzione italiana ed è a me molto cara. Il suo titolo è "Introduzione al cristianesimo" (1968). Frutto del suo insegnamento tubingese, quest'opera aveva la dichiarata intenzione di aiutare la comprensione della fede, presentandola come aiuto all'autentico vivere umano nel mondo contemporaneo, spiegandola e interpretandola senza, però, svenderla riducendola "ad un vuoto chiacchiericcio che stenta faticosamente a mascherare un totale vuoto spirituale". Il ricordo di quest'opera è sorto quasi spontaneamente nella mia mente sentendo l'omelia pronunciata dal card. Ratzinger nella messa "pro eligendo Pontifice". I media si sono per lo più concentrati sui rapidi, ma energici passaggi dedicati all'impostazione culturale del momento, cioè laddove si tratta del relativismo bandito come "unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni".
Sono temi su cui anche avvertiti filosofi e sociologi fermano l'attenzione. Fra questi ultimi penso, fra tutti, a Zygmunt Bauman e alle sue tesi sulla modernità liquida e sulla modernizzazione quale prolifica e incontrollata produzione di rifiuti e di esseri umani da scarto.
Non tutti, però, hanno aggiunto che dopo quest'analisi l'omelia del card. Ratzinger si è allargata sui temi della fede "adulta" perché radicata nella carità, nell'amicizia con Dio; soprattutto si è concentrata su Cristo, Figlio di Dio e vero uomo, "misura del vero umanesimo", e sul binomio "verità e carità" che trova il suo punto di coincidenza in Cristo. Trovo in questi accenni una corrispondenza con quanto il Ratzinger, teologo oramai maturo, scriveva nelle pagine iniziali di "Introduzione al Cristianesimo", quando si interrogava sulla possibilità di credere nel mondo attuale, sulla trasvolata della fede, sulle rotte del pensiero contemporaneo, sulla modalità cristiana della fede come assenso a Colui che è senso della vita.
Sono i medesimi temi toccati dal card. Ratzinger nella seconda parte della sua omelia, che si conclude con l'invocazione al Signore per la Chiesa di un nuovo pastore che "guidi alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia". Queste parole possiamo rileggerle oggi, una volta che Joseph Ratzinger ha assunto il nome di Benedetto XVI come un primo progetto pastorale del nuovo Papa