Al primo posto è Dio
di Goffredo Boselli
monaco di Bose
La liturgia è sempre stata uno degli interessi principali di Joseph Ratzinger, non tanto come semplice materia di dissertazione teologica quanto piuttosto come vera e propria passione personale, di chi comprende a fondo il significato e il valore della liturgia nella vita della Chiesa e di ogni singolo cristiano.
Dapprima come teologo, successivamente come vescovo e, poi, come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger è stato attento osservatore della riforma liturgica avviata dal Vaticano II. Egli ha posto la sua attenzione in modo privilegiato alla recezione e alla concreta applicazione della riforma liturgica nella Chiesa post-conciliare, assumendo, con il passare degli anni e il progressivo aumento di responsabilità in seno alla Chiesa, un punto di vista privilegiato nella conoscenza e nell'analisi della situazione della liturgia nella Chiesa cattolica, divenendo così, al contempo, il più autorevole interlocutore di coloro ai quali è affidata la ricerca e l'insegnamento nell'ambito della teologia liturgica.
È noto come l'analisi della vita liturgica della Chiesa post-conciliare sia stata condotta dal cardinale Ratzinger a partire da una forte e mai celata preoccupazione circa gli esiti concreti della riforma liturgica. Esiti problematici che egli ha sempre accuratamente distinto dai principi e dai contenuti fondamentali della costituzione liturgica "Sacrosanctum concilium" , e dagli intenti originari della riforma conciliare, da lui ritenuti sempre validi e permanenti. "La crisi della liturgia e quindi della Chiesa, in cui ci troviamo da parecchio tempo, è dovuta solo in minima parte alla differenza tra vecchi e nuovi libri liturgici. Sempre più chiaramente si può constatare che sullo sfondo di tutte le dispute rimane aperto un profondo dissenso sulla natura della celebrazione liturgica", osserva in un intervento del 1981, raccolto nel saggio "La festa della fede".
La categoria di "crisi della liturgia" è quella da cui Ratzinger prenderà avvio per riproporre i fondamenti biblici e patristici della liturgia cristiana, dando così origine ad una riflessione che nella sua ricchezza e vastità ha toccato non solo le questioni fondamentali della teologia liturgica e della dottrina eucaristica, ma si è spinta fino ad aspetti più specifici e dibattuti, quali l'altare e l'orientamento della preghiera liturgica, la musica sacra, l'arte e l'architettura per la liturgia, coprendo, di fatto, l'intero arco della scienza liturgica. Nell'ultimo intervento dedicato alla situazione attuale della liturgia apparso su "Forum Katholische Theologie", nel gennaio 2005, Joseph Ratzinger ha indicato il rischio di un certo "pragmatismo pastorale", che reagendo alla "vasta razionalizzazione della liturgia nella prima fase della riforma" ha fatto sì che "l'aspetto pastorale è divenuto il varco per l'irruzione della creatività, la quale dissolve l'unità della liturgia e ci mette spesso di fronte a una deplorevole banalità".
Così, appare forte il richiamo di Ratzinger ad un più saldo ancoraggio della liturgia ai suoi fondamenti biblici e patristici, soli capaci di garantire l'eloquenza della celebrazione del mistero al cristiano di oggi. Per questo, Ratzinger invita a non fare della liturgia "un cantiere dove ci si dà sempre un gran da fare", come sembra a volte sottintendere "il suggerimento, da parte di alcuni liturgisti cattolici, di adattare la riforma liturgica al mutamento antropologico della modernità e di costruirla in modo antropocentrico. Se la liturgia appare anzitutto come il cantiere del nostro operare, allora vuol dire che si è dimenticata la cosa essenziale: Dio. Poiché nella liturgia non si tratta di noi, ma di Dio… In ogni riforma liturgica e in ogni celebrazione liturgica il primato di Dio dovrebbe sempre occupare il primissimo posto". Il saggio "Introduzione allo spirito della liturgia", nato dal desiderio di un nuovo movimento liturgico, rappresenta certamente la sintesi più completa ed eloquente della riflessione liturgica di Joseph Ratzinger.
Un saggio che oltre ad aver creato un vivace dibattito all'interno della Chiesa e suscitato prese di posizione anche critiche da parte di autorevoli liturgisti cattolici, ha avuto l'indubbio merito di riportare la liturgia tra i temi scottanti di oggi. Di riflesso, l'elezione di Joseph Ratzinger alla cattedra di Pietro non può non condurre molti ad intuire che la "crisi della liturgia" diverrà un tema di attualità nella vita della Chiesa nei prossimi anni.
Per ora, ci basti osservare come nell'omelia della celebrazione eucaristica per l'inizio del suo ministero petrino, con una semplice e profonda spiegazione biblica e spirituale dei segni liturgici del pallio e dell'anello piscatorio, Papa Benedetto XVI abbia confermato la sua naturale e spontanea passione per la liturgica, rivelandosi autentico mistagogo dei misteri liturgici.
Il valore della riflessione liturgica condotta per una intera vita, induce dunque a credere che la liturgia diverrà un tema importante del pontificato di Benedetto XVI così come è stata una passione importante di Joseph Ratzinger.
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