benedettosedicesimo

4.29.2005

Ora, un po' di silenzio

di Irene Argentiero


Un giorno d'estate, di qualche anno fa, il card. Ratzinger rimase molto sorpreso quando, nella chiesetta di Santo Spirito, piccola oasi dello spirito che si trova in cima alla Valle Aurina, una giovane coppia lo riconobbe e gli chiese di benedire la loro bimba.
Questo piccolo episodio che racconta il lato più "privato" del card. Ratzinger, mi è tornato in mente in queste ore, seguendo le immagini di Papa Benedetto XVI abbracciato dalla folla dei fedeli: i giovani in piazza scandiscono a gran voce "Benedetto, Benedetto" e invitano il nuovo Pontefice a non avere paura, la gente lo attende per seguirlo nelle sue prime uscite ufficiali.
Di Papa Benedetto XVI, o meglio del card. Joseph Ratzinger, alla vigilia del Conclave, durante il Conclave e dopo il Conclave si è detto tanto. Forse anche troppo.
Di questo uomo di Dio, chiamato ad assumersi il faticoso impegno di successore di Pietro, abbiamo letto e ascoltato in questi giorni davvero molto. Forse ora è arrivato il momento di lasciare un po' di spazio al silenzio.
Papa Benedetto XVI, che ama la musica, sa che nella musica le pause in cui gli strumenti tacciono sono indispensabili per far sì che l'armonia delle note sia più ricca e completa e raggiunga il suo significato più pieno. E allora proviamo, in silenzio, a chiudere gli occhi e ad ascoltare il suono armonioso del silenzio.
Un suono, che, stranamente si rende "visibile" attraverso le tante immagini che del card. Ratzinger, oggi Benedetto XVI, abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi in questi giorni. Questo "servo della vigna del Signore", come lui stesso si è definito, che fino a pochi giorni fa vestiva di nero, con l'abito talare e la coppola in testa, oggi si ritrova vestito a nuovo, completamente immerso nel bianco di un abito, nel quale anche il colore dei suoi capelli sembra fondersi fino a perdersi. Sembra quasi di ripercorrere la tastiera di un pianoforte. E chi ha un po' di dimestichezza con la musica lo sa, in un pianoforte, i tasti bianchi sono molti di più di quelli neri. Così come molti di più, d'ora in avanti, saranno gli impegni che attenderanno il nuovo Papa.
Come servo obbediente, Joseph Ratzinger si è affidato nelle mani del Signore, lasciando al suo Santo Spirito il compito di suonare la nuova e impegnativa melodia, che d'ora in avanti sarà scritta sullo spartito della sua vita.
E il pensiero, a questo punto, ritorna a quella chiesetta in cima alla Valle Aurina, dedicata allo Spirito Santo, alla quale si giunge attraverso un sentiero di meditazione particolare, realizzato 25 anni fa con la collaborazione dei giovani della zona: una "Via Crucis" in cui si parla anche delle forme in cui il male ancora oggi continua ad aprire ferite nella vita delle persone.
È in mezzo a queste difficoltà e fatiche che oggi, Papa Benedetto XVI, con i suoi carismi e la sua unicità, è chiamato a indicare al mondo intero la luce del Cristo Risorto, di un Gesù che vince con il Bene e con la forza inesauribile dell'Amore ogni male e ogni contrapposizione, un Gesù che supera preconcetti e pregiudizi per andare diritto alla meta: la salvezza di ogni uomo e donna.
È lungo le tante "Viae Crucis" dei giorni nostri che Papa Benedetto XVI è stato chiamato da Dio a guidare la Chiesa, come un pastore e un padre premuroso, attento ai bisogni e alle necessità di chi gli è stato affidato.